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Caffè o tè: 5 cose che devi sapere prima di scegliere il tuo team

Si potrebbe scrivere un libro sulle domande bizzarre fatte dai selezionatori ai colloqui lavorativi, oltre quelle psico-attitudinali famosissime dei test del militare, al limite del trabocchetto. Domande a volte semplici e colloquiali, a volte troppo invadenti, altre volte in palese violazione della privacy, ma di certo tutte mirate a conoscere un po’ meglio la persona che si vorrebbe/potrebbe assumere. A questa lista ne va aggiunta una, a quanto pare fondamentale: “caffè o tè?”. No, l’intento non è quello puro e semplice di offrire una bevanda al candidato, bensì è quello di capire meglio chi si ha davanti e come potenzialmente si rapporterà con l’ambiente lavorativo e con i colleghi. Una domanda banale, appunto, ma sembrerebbe dirimente per cinque buoni motivi.

  1. Secondo uno studio condotto dall’Università di Copenaghen, la pausa caffè avrebbe un ruolo fondamentale nella buona riuscita dei rapporti sociali nell’ambito lavorativo. Questo piccolo momento di relax in compagnia dei colleghi, favorirebbe la socializzazione tra gli stessi e anche la produttività. Staccare, mettere in pausa il cervello – e anche le emozioni negative – per godersi un caffè facendo quattro chiacchiere con i colleghi, consente di tornare alla postazione di lavoro ricaricati, con una nuova energia, avendo allontanato i malumori e le negatività. Senza contare che incontrarsi con gli altri colleghi per una pausa pone tutti sullo stesso piano, permette di vedere che tutti possono avere le loro beghe lavorative e le giornate storte, si è tutti sulla stessa barca e collaborare – anche al buonumore – è proficuo per tutti. Lo studio, pubblicato su un’autorevole rivista di scienze sociali, ha evidenziato come le pause caffè assolvessero anche alla funzione di “supporto psicologico”, specialmente nei momenti di stress collettivo, magari dovuti a periodi incerti dell’azienda. La pausa caffè è ristoratrice, come il caffè stesso: conforta, allevia, dona una nuova energia. Quindi, la domanda caffè o tè potrebbe già rivelare quanto un candidato sia incline alla socializzazione, a condividere momenti di relax con i colleghi, perciò, incline al lavoro in team che va curato anche dal punto di vista della socialità, del benessere dei singoli e del gruppo stesso.

  1. Inoltre, le pause caffè viste come brevi interruzioni dell’attività lavorativa, aiutano il cervello a restare concentrato poi, consentono ai muscoli del corpo e a quelli della vista di “sgranchirsi”, insomma sono un vero toccasana per il fisico e, di nuovo quindi, per la produttività lavorativa.

  1. Sembrerebbe poi che chi beve tè sia una persona più solitaria, amante della quiete, dei rituali, come quello del tè appunto, visione che non si addice pienamente al lavoro in team.

  1. Il tè per il tipo di bevanda proprio richiede un maggior tempo per la preparazione e anche per la sua degustazione: sul posto di lavoro, pertanto, è più difficile ricavarsi questi spazi, men che meno in compagnia.

  1. Il caffè per antonomasia è, invece, un invito alla giovialità, alla condivisione: forse è la frase più detta in Italia “prendiamoci un caffè!”. Al plurale, appunto. Rapidamente. Ricarichiamoci.

Certo, nel 2019 la domanda potrebbe essere dirimente, ma è vero che ormai le macchine espresso o i sistemi vending producono caffè e tè eccellenti, quindi, in grado di soddisfare pienamente entrambe le fazioni di appassionati: consentendo una pausa ristoro rigenerante tanto per chi ama il caffè espresso – e le sue mille varianti e miscele – o l’infuso di tè – e i suoi tanti blend – che favorisca comunque la socializzazione e rinforzi lo spirito di gruppo. I datori di lavoro sono avvisati: è bene fare una scorta variegata di cialde e capsule di caffè e tè online per assicurare il giusto relax ai propri dipendenti, che, a loro volta garantiranno serenità e produttività in ambito lavorativo.